Da qualche mese non ricevevamo notizie dalla comunità di Phanigiri e non nascondo che la cosa mi irritasse.
Non perché avessimo bisogno di conferme (la buona fede delle suore della Mary Mother of Hope School è difficile da mettere in discussione) ma per necessità di raccontare qualcosa qui, a casa.
Quando le notizie sono arrivate ci hanno rotto le gambe. Ho provato a sintetizzare ma non riesco, così riporto alcuni stralci della lettera della responsabile:
“La seconda ondata ha colpito i villaggi molto duramente e molti sono morti, soprattutto giovani. Non possiamo dimenticare quei giorni, che ancora oggi continuano. Ogni giorno uno o due muoiono. Ora le persone hanno paura di uscire” e ancora “ Uno dei nostri autisti è morto, aveva appena 30 anni. Sua moglie ed i due figli stanno soffrendo. La vedova non ha alcun supporto ed i bambini sono piccoli, 7 e 5 anni. Lei sta ancora soffrendo le sequele del COVID”.
A rendere ancora più tragico questo racconto sono alcuni video, privi di clamore, sottofondi eroici o cortei: pochi uomini bardati che gettano in silenzio i corpi in buche di terra scavate al lato della strada.
Eppure ancora una volta questa comunità ci stupisce. Didattica a distanza, insegnanti che casa per casa portano ai bambini gli strumenti per proseguire gli studi, lezioni all’aperto, lavori di manutenzione alle tubature dell’acqua “potabile”, distribuzione a tappeto della wifi.
Un pugno di donne sole, combattono con Fede, coltello tra i denti, le avversità quotidiane. In un mondo ostile, ma loro. Un pugno di donne sole guidano una comunità. Con serena fatica.
Questo è l’eroismo vero, senza schiamazzo e telecamere, che merita di essere raccontato.